07/04/09

L'Islanda è il primo paese al mondo ad avere una donna premier dichiaratamente lesbica

REYKJAVIK (1 febbraio) - L'Islanda è il primo paese al mondo ad avere una donna premier dichiaratamente lesbica. La socialdemocratica Johanna Sigurdardottir è stata infatti incaricata dalla coalizione di partiti di sinistra di formare un nuovo governo che dovrà guidare i poco più di 300mila abitanti dell'isola fino alle elezioni anticipate in calendario il 25 aprile.
Lunedì scorso il governo del premier conservatore Geir Haarde, messo in ginocchio dai colpi della crisi economica e dalle crescenti proteste di piazza ha dovuto gettare la spugna e rassegnare le dimissioni. Il presidente della Repubblica, Olafur Ragnar Grimsson, ha incaricato quindi i socialdemocratici di formare un governo di minoranza con i Verdi di sinistra per traghettare il Paese fino alle elezioni anticipate.«Santa Johanna». Sigurdardottir, ex ministro degli Affari sociali nel governo di Haarde, è quindi la prima politica gay dichiarata a diventare premier nel mondo. Sessantasei anni, ex hostess e sindacalista, la neo premier è legata con un'unione civile dal 2002 alla giornalista Jonina Leosdottir - della loro unione si parla anche sul sito ufficiale del governo islandese - e ha due figli da un precedente matrimonio. Veterana della politica, Sigurdardottir è stata per tre volte presidente del Parlamento, l'ultima dal 2003 al 2007. Conosciuta per il suo impegno a favore degli anziani, dei disabili e, più in generale, dei bisognosi è chiamata spesso «Santa Johanna».Il nuovo governo «si appoggerà su nuovi valori sociali», ha dichiarato la nuova premier dopo lanomina. «Il governo eredita enormi difficoltà dovute al collasso bancario e sistemico e all'incremento considerevole e rapido del debito estero», è scritto in un comunicato della nuova coalizione.La nomina di Siguardardottir è un evento storico per il movimento omosessuale mondiale. «Ha un grande valore simbolico che l'Islanda abbia superato i pregiudizi ed abbia potuto nominare un Primo ministro senza dare importanza al suo orientamento sessuale», ha detto al Pais online Juris Lavrikovs, portavoce dell'associazione internazionale gay e lesbiche in Europa.Il tasso di popolarità per la Sigurdardottir, secondo i sondaggi di novembre, è al 73%. È l'unica politica islandese, in un periodo in cui la crisi economica ha provocato dure proteste di piazza e la caduta del governo, ad aver visto crescere i consensi a suo favore rispetto allo scorso anno. Verso l'ingresso nell'euro. Mano tesa intanto dell'Unione europea all'Islanda travolta dalla crisi. Se il nuovo governo di Reykjavik che uscirà dalle elezioni anticipate lo vorrà, l'Islanda potrebbe diventare infatti il ventottesimo stato membro dell'Ue e il diciassettesimo di Eurolandia entro un paio d'anni, grazie a una procedura rapida che risparmierebbe all'isola nordica i lunghi negoziati per l'adesione. Il commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn, ha annunciato nei giorni scorso al quotidiano britannico The Guardian che il crescente interesse di Reykjavik verso l'Ue potrebbe infatti sfociare in un'adesione già nel 2011, assieme alla Croazia. L'attuale presidenza di turno dell'Ue e quella successiva, Repubblica Ceca e Svezia, sono favorevoli all'allargamento e si sono già dichiarate disposte ad aiutare l'Islanda. La prossima mossa spetta dunque agli islandesi, che da sempre rifiutano orgogliosamente l'adesione all'Ue pur di non consentire agli stranieri di pescare nelle proprie acque territoriali e pur di non armonizzare una serie di leggi molto protezionistiche agli standard richiesti dall'Ue. La gravissima crisi economica, che ha fatto crollare la borsa, svalutare la corona e nazionalizzare i tre principali gruppi bancari annientando pensioni e risparmi e costringendo il governo a chiedere un massiccio aiuto al Fondo monetario internazionale, ha fatto però calare sensibilmente il numero degli euroscettici tra i 230 mila islandesi, che dopo quattro mesi di proteste di piazza hanno costretto alle dimissioni il governo conservatore del premier Geir Haarde.


Nel nuovo governo Steingrum Sigfussion, leader della coalizione Verdi-Socialdemocratici, è stato nominato ministro delle Finanze. Il governo di transizione ha anche annunciato la sostituzione del governatore della Banca centrale, negli ultimi mesi oggetto di pesanti critiche perché accusato, insieme con Haarde, di non aver saputo gestire la devastante crisi finanziaria che ha portato l'Islanda al collasso e scatenato la rivolta dei cittadini.

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