14/10/08

Patente sospesa a gay, ricorso di 2 ministeri


Il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti erano stati condannati a risarcire il giovane Danilo 26enne siciliano che si vide sospendere la patente dopo aver confessato di essere gay, alla visita di leva.
L'avvocatura dello Stato ricorre contro la sentenza che ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire Danilo Giuffrida. Nei confronti del 26enne fu avviato l'iter di sospensione della patente per 'disturbo dell'identita' sessuale' dopo che alla visita di leva aveva rivelato di essere gay. Giuffrida presento' ricorso davanti al Tar di Catania che sospese il provvedimento della Motorizzazione osservando che l'omosessualita' 'non puo' considerarsi una malattia psichica'.
CATANIA (12 ottobre) - Gli fu sospesa la patente di guida per «disturbo dell'identità sessuale» dopo che alla visita di leva aveva rivelato di essere omosessuale. Il Tribunale civile di Catania condannò il 12 luglio i ministeri della Difesa e dei Trasporti a versare 100mila euro di risarcimento danni a Danilo Giuffrida, 26 anni. Ma l'avvocatura di Stato ha presentato ricorso contro la sentenza del Tar. Ai medici militari di Augusta il giovane dichiarò di essere gay. L'ospedale informò la Motorizzazione civile che il giovane non era in possesso dei «requisiti psicofisici richiesti» e gli sospese la patente di guida in attesa di una revisione all' idoneità. Giuffrida, tramite l'avvocato Giuseppe Lipera, presentò ricorso davanti al Tribunale amministrativo regionale di Catania che sospese il provvedimento della Motorizzazione osservando che l'omosessualità «non può considerarsi una malattia psichica». Contemporaneamente presentò una domanda di risarcimento danni ai ministeri della Difesa e dei Trasporti ottenendo, in primo grado, il pagamento di 100 mila euro. Adesso il ricorso in appello.L'avvocatura dello Stato nel ricorso depositato spiega che il processo che ha condannato i due ministeri al risarcimento danni a Giuffrida ha «un difetto di legittimazione passiva». Il «ministero dei Trasporti è soggetto estraneo alla vicenda» visto che «è la Regione Siciliana che ha tutte le attribuzioni degli organi periferici dello Stato in materia di motorizzazione». «Unico soggetto di legittimazione passiva», per tanto, secondo i ricorrenti, è da «ritenere l'assessorato regionale ai Trasporti». Nel ricorso l'avvocatura dello Stato sottolinea inoltre che l'esonero dal servizio militare non era stato deciso perché il giovane era gay ma affetto da parafilie e disturbi della identità in genere, quindi legato a «una situazione psicologica di sofferenza e non per la sua omosessualita» e che la «patente di guida non è stata mai sospesa».Il legale: è uno scandalo. L'avvocato Lipera, legale di Giuffrida, considera il ricorso «uno scandalo che grida vendetta» e annuncia un «appello incidentale, avanzando un risarcimento di almeno 500 mila euro. E visto che ancora non hanno pagato i 100 mila euro per i quali sono stati condannati faremo il pignoramento per l'equivalente della cifra, magari bloccando qualche carro armato».Per i radicali «la decisione dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti di ricorrere tramite l'Avvocatura dello Stato contro la sentenza di primo grado dimostra che il nostro è un paese retrogrado, ispirato ad una concezione politica talebana». Lo ha detto Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti. «Difatti, anziché riconoscere il grave errore causato, si tenta di legittimare un'azione che non ha eguali in Europa, che mette l'Italia allo stesso livello dei paesi teocratici e omofobi. Con queste azioni non si tutelano i cittadini e gli interessi di uno Stato democratico e civile», conclude la nota.

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