17/03/10

Chiede ricongiungimento per compagno gay. La Cassazione: "Niente permesso di soggiorno"

COPPIE DI FATTO : Si tratta del caso di un neozelandese che ha chiesto di raggiungere il compagno italiano 'per motivi familiari'. Ma per i giudici il partner è in una condizione giuridica diversa rispetto a un familiare .

Roma, 19 marzo 2009 - La qualifica di famiglia di fatto riconosciuta in altri Stati anche a una coppia gay non vale in Italia per ottenere il permesso di soggiorno in nome del ricongiungimento familiare. La Cassazione ha perciò confermato il no della Corte d’appello di Firenze a un cittadino della Nuova Zelanda che chiedeva il permesso di soggiorno per motivi familiari per seguire in Italia il suo compagno.

Il neozelandese aveva presentato la richiesta al questore di Livorno basandosi sulla “qualifica” di “partner di fatto” che gli era giuridicamente riconosciuta nel proprio Paese di origine. Il provvedimento negativo della questura è stato confermato dai giudici di merito e ora anche dalla Cassazione. In particolare, i giudici della prima sezione civile, con la sentenza 6441, hanno sottolineato che per l’ordinamento italiano i partner di fatto (non ha importanza se gay o no), sono in una condizione giuridica diversa rispetto ai “familiari” cui fanno riferimento le norme sul diritto al ricongiungimento. In pratica, questo diritto vale soltanto per chi è legato da “vincoli parentali e, in alcuni casi, anche di affinità” (come ad esempio i cosiddetti cugini di secondo grado).

Inoltre i giudici precisano che anche la Coorte costituzionale ha confermato quelle norme che non permettono di applicare alle convivenze di fatto le stesse regole che valgono per la famiglia legittima per quanto riguarda le limitazioni all’immigrazione.

Infine la Cassazione aggiunge che “l’interpretazione estensiva” non può basarsi nemmeno sull’articolo 9 della Carta di Nizza “parte integrante del Trattato di Lisbona ratificato dall’Italia l’8 agosto 2008” in quanto i principi contenuti nel documento “non sono ancora efficaci in attesa delle ratifiche da parte degli altri Stati dell’Unione”.

GRILLINI: SENTENZA SBAGLIATA

Franco Grillini, presidente dell’associazione Gaynet, va all'attacco: "Al di la’ del tecnicismo, ovvero se i partner delle coppie stabilmente conviventi debbano o meno considerarsi familiari sulla base della definizione giuridica, è incontestabile che la legge italiana dica che lo Stato agevola il diritto di circolazione e soggiorno dei partner stabilmente conviventi, etero o gay che siano".

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