02/10/08

POLITICA A TEATRO

L'Arena - Mercoledì 1 Ottobre 2008
POLITICA A TEATRO. Presentata l’iniziativa dell’attore Elio Germano che ha ripescato
una vicenda consigliare del ’95
«Vanno ritrovate le radici del male»
Lo show avrà un prologo a Porta Leoni dove è stato aggredito Nicola Tommasoli Conclusione a Villafranca

«I gay? Dobbiamo farli capponi». Le parole dell’indimenticato consigliere leghista Romano Bertozzo misero l’infausto sigillo su uno dei più deliranti consigli comunali della storia scaligera. Era il 14 luglio 1995 e a Palazzo Barbieri era all’ordine del giorno la mozione che rispediva al Parlamento Europeo la risoluzione che garantiva pari diritti a gay e lesbiche; in sostanza, si affermò che «l’omosessualità contraddice la stessa legge naturale».
Ma non fu tutto: in quella brutta pagina di politica, tra grida e saluti fascisti, vennero paragonate le donne alle femmine di animali e si dissertò contro l’aborto con teoremi quali: «Ci dovevano pensare quando hanno aperto le gambe». Tredici anni dopo quel consiglio, e quattro mesi dopo la morte di Nicola Tommasoli, quelle frasi riecheggiano nella nostra città, ma con un altro intento: «Ritrovare le radici del male e rialzare la testa. E denunciare il clima di intolleranza che si sta diffondendo in tutto il paese». Lo spunto è arrivato dallo spettacolo teatrale dal titolo inequivocabile, «Verona caput fasci», portato in giro da uno degli attori emergenti più amati dal grande pubblico, Elio Germano, insieme a Elena Vanni. Lo show farà tappa a Villafranca, venerdì sera, alle 22 al circolo Kroen. L’iniziativa è del comitato Alziamo la testa con l’Arci di Villafranca; seguirà un concerto e l’appuntamento con «Fornelli ribelli». Lo show è stato presentato ieri in Comune alla presenza di Graziano Perini dei Comunisti italiani: «Dopo quella mozione, il comitato organizzò una delle più grandi manifestazioni di piazza a favore dei diritti delle persone omosessuali e transessuali. Era il 30 settembre», spiega Gianni Zampini, di Arcigay. «E il 30 settembre di 13 anni dopo vogliamo riprendere il discorso da un altro punto di vista».
Lo spettacolo riporta fedelmente molte delle frasi di quel consiglio, come quella secondo cui i gay non hanno diritto di cittadinanza in una società civile. L’idea è venuta a Germano ascoltando Radio Onda rossa nei giorni successivi all’uccisione di Tommasoli: «Si discuteva di come nel 1995 erano i gay ad essere attaccati in consiglio; oggi basta avere i capelli lunghi per venire aggrediti per strada», spiega Graziella Bertozzo. «Questo clima di intolleranza si respira in tutto il paese. L’Italia è diventata il laboratorio della destra. Il fascismo non è calato dall’alto, viene diffuso trasversalmente tra tutte le categorie sociali insieme alla paura di queste persone. Si trasmette un senso di insicurezza e insieme il concetto che la sicurezza non è più garantita solo dalle forze di polizia: tutti si sentono autorizzati a reagire. Basta il furto di un biscotto per uccidere un ragazzo». Secondo il comitato una delle conseguenze di questo clima è quello di «elevare il livello dello scontro» che con il tempo è diventato da «verbale a fisico». Lo spettacolo sarà preceduto da un presidio a Porta Leoni, dalle 17.30 alle 19.30: «Ci saranno», spiega Zampini, «anche i due attori che dovrebbero dare un’anticipazione dello show». Alla sera ci saranno anche una mostra e un video con i filmati di allora.
E i protagonisti di allora? Le conseguenze non tardarono ad arrivare. Le frasi contro i gay fecero infuriare persino Bossi che tirò giù dal letto l’allora segretario provinciale Fabrizio Comencini per chiedergli chi era «sto Bertozzo». La punizione fu esemplare: «Espulsione totale» dalla Lega. La risposta di Bertozzo? «Farò il capogruppo di me stesso». Dei 21 che votarono contro i diritti agli omosessuali, Bottoli è diventato difensore civico regionale; Galli Righi è presidente del consiglio provinciale; Mariotti, Pozzerle, Brunelli e e Pisa sono in consiglio comunale. Degli 11 astenuti, Conta è assessore regionale, Fantoni e Fratta Pasini sono in consiglio comunale, Soardi è presidente dell’Atv e Tosi è sindaco. Tra i sei contrari, solo Zerbato è in consiglio.
E la mozione? È ancora in vigore: «Nessuna delle amministrazioni che si sono succedute in seguito si è preoccupata di correggerla o farla ritirare», spiega Cristina Stevanoni.
L’invito del comitato è a «dare un messaggio diverso alle nuove generazione» e a «respingere questo clima intimidatorio che si sta diffondendo in tutta Italia, nei confronti non solo degli omosessuali». Ma anche dei rom, degli zingari, dei sinti, degli accattoni, degli stranieri, dei musulmani, degli indù, delle prostitute, dei clienti delle prostitute, dei mangiatori di panini...R.V.
Mercoledì 1 Ottobre 2008
Bertozzo: «Vogliono soltanto sfogarsi»

«Ho sentito dello spettacolo. Vogliono sfogarsi, mettersi dalla parte della ragione. Non mandano giù il nostro provvedimento. Ma io credo che resti ancora molto valido, anche oggi. E non lo dico per fanatismo».
Romano Bertozzo oggi è in pensione e continua a far politica anche se «non sono iscritto a nessun partito, ma sono vicino a Forza Italia».
E racconta: «La gente è con me, me lo dicono. D’altra parte io rispetto il modo di vivere di tutti, ognuno è libero, ma devono capire che ci sono certe regole che vanno rispettate. La nostra società si basa su queste regole». La sparata sui gay gli è costata caro: «Sì, ma poi la Lega è tornata indietro». In che senso? «Allora c’erano questioni politiche... Ma sono convinto che siano con me. Io d’altra parte sono sempre stato un simpatizzante leghista».
La carriera politica di Bertozzo è proseguita l’anno successivo quando insieme a Bertaso ha fondato l’Unione Nord-Est con la quale si è presentato candidato al Senato: «Abbiamo raccolto buoni risultati».
Poi la svolta: «Ultimamente sono vicino a Forza Italia, sono con il gruppo di Castelletti. Facciamo spesso degli incontri e ci prepariamo alle elezioni provinciali. Sempre avanti».R.V.

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