24/03/09

Ma la Carfagna non è un ministro di un governo di una repubblica laica ?

Giorni fa, qualche utente del social network Facebook (tra cui chi scrive) ha pubblicato un breve video su Mara Carfagna tratto da un’intervista del Tg1 alla ministra delle Pari opportunità in occasione del gay pride 2008.
Al giornalista che le chiede se il gay pride nella capitale, rispetto ad altre città, abbia un sapore diverso, la ministra risponde: “Nella capitale della cristianità assume anche un aspetto diverso. Ha il sapore dello scontro ideologico contro chi, come la Chiesa, si oppone strenuamente e a mio avviso giustamente contro le unioni omosessuali”.
A questo punto una voce fuori campo dice che il ministro delle Pari opportunità dovrebbe tutelare anche i diritti degli omosessuali e ricorda alla Carfagna che Roma non è la capitale della cristianità, bensì della Repubblica italiana. Insomma, fonte ufficiale (Tg1), commento garbato. Eppure, tra l’incredulità degli utenti, il video è sparito da tutte le bacheche nel giro di due giorni. Motivazione ufficiale di Facebook: “I contenuti sono stati rimossi o resi invisibili in base alle impostazioni sulla privacy“. In un momento in cui tutti stanno cercando di mettere il bavaglio a internet, questa censura non motivata di carattere confessionale (ricordiamo che Facebook ospita gruppi filo fascisti, filo nazisti, mafiosi, ecc.) desta serie preoccupazioni. I vari Gianpiero D’Alia (Udc), che propone l’oscuramento di siti e blog in caso di reato di opinione, Roberto Cassinelli (Pdl), Gabriella Carlucci (Pdl) vogliono regolamentare l’unica libertà di informazione e opinione rimasta, quella del web. Il disegno di legge della Carlucci, in particolare, è uno spettacolo in linea con il personaggio.
In tre pagine di pura vacuità, in cui si rimanda ogni questione ad altre sedi, l’ex soubrette fissa un unico punto cardine: nessuno potrà pubblicare contenuti di qualsiasi tipo in forma anonima. Ignara, poverina, che chi accede a internet è schedato tramite un indirizzo numerico che lo rende rintracciabile come l’indirizzo di casa propria, la Carlucci cerca di assimilare l’Italia alla Cina piuttosto che a Paesi più evoluti per ciò che riguarda la libertà di espressione. Ma non basta il Governo, che fa legiferare a figuri che non sanno neanche cosa sia internet. Ora ci si è messa anche la Chiesa, appena sbarcata su youtube con la benedizione del papa. Internet deve diventare, secondo il capo della Chiesa cattolica, uno strumento di evangelizzazione e di controllo.
Sarebbe stupido, infatti, farsi sfuggire il business e, soprattutto, soccombere alla libera informazione (antitesi dell’ignoranza, base per antonomasia di ogni fede religiosa Tornando alla ministra Carfagna e alla censura catto-governativa su Facebook, ci chiediamo in base a quale criterio sia stato censurato uno stralcio di Tg1 mentre le foto “artistiche” della ministra, come quella qui riportata, continuano a imperversare sul social network. Forse non ledono la privacy evocata dagli amministratori? O forse sono più rispettose della cristianità del video censurato? Chissà cosa ne penserebbe il papa, verso il quale la Carfagna sfoggia tanto rispetto. Agli utenti di Facebook, e del web, l’ardua sentenza.
PER VEDERE IL VIDEO CLICCA SUL LINK
da noi succede questo :http://it.netlog.com/jenny_lword/blog/blogid=5911415
e ancora questo:http://it.netlog.com/jenny_lword/blog/blogid=5909713

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